Il panorama delle startup genovesi e liguri è più ampio e variegato di quello che si potrebbe pensare: c’è BuddyFit, fra le app leader in Italia per fare palestra in streaming da casa, Chitè, ecommerce di lingerie su misura e made in Italy, SMO, che realizza lenti microscopiche per smartphone, e ovviamente WyScout, che ha rivoluzionato il mondo delle statistiche legate al calcio.

OutBe

E poi ci sono quelle impegnate nella lotta contro il cambiamento climatico, per la tutela dell’ambiente e anche per rendere più sostenibile quello che abbiamo fatto sinora ma che ora è diventato insostenibile. Per esempio, c’è OutBe, fondata a Recco nell’ottobre del 2021 da Luca Tixi (biologo marino e già founder di Outdoor Portofino) con l'aiuto dell’ecologa marina Arianna Liconti e di Matilde Marino e Jacopo Dellacasa: “Volevamo unire la citizen science, la scienza partecipativa, con la passione per lo stare all’aria aperta e usarle per dare agli scienziati nuovi e migliori strumenti per fare le loro ricerche”, ci ha spiegato Marino, che ha il ruolo di responsabile di marketing e business development.

Le aziende che vogliono fare qualcosa per aiutare l’ambiente si rivolgono ad OutBe, che per i loro dipendenti organizza formazione, consulenza e soprattutto eventi all’aperto; tutto quello che viene raccolto durante questi eventi (informazioni, dati, oggetti) viene indicizzato attraverso la piattaforma della startup e consegnato a chi fa ricerca. 

Invece di far andare gli scienziati sul campo, portano il campo dagli scienziati: “Durante gli eventi di pulizia delle spiagge, tutte le micro e macroplastiche vengono catalogate e geolocalizzate, cosa che permette di ricostruire meglio la loro provenienza e la loro natura - ci ha detto Marino facendo qualche esempio concreto - Durante le uscite in kayak, facciamo lo stesso utilizzando retini e barattoli, e quello che raccogliamo viene consegnato al CNR”. OutBe, che oggi dà lavoro a 6 persone, in futuro punta a migliorare la user experience della sua piattaforma, a creare una sua app e pure a espandere l’attività oltre il Nord Italia. E oltre l’Italia, anche.

DB Space

E decisamente oltre l’Italia è dove vorrebbe arrivare Dario Bruna, co-founder e CEO di DB Space, che realizza motori per i viaggi nello Spazio. Più precisamente, sistemi di propulsione per i cosiddetti lanciatori (i missili che portano cose fuori dall’orbita terrestre) e per i veicoli destinati all’esplorazione di altri pianeti, come lander e rover.

Dario Bruna è genovese e per 3 anni ha lavorato alla Nasa, ci ha raccontato che:

“la startup è stata fondata nel 2021, e fra i fondatori ci sono anche l’ex astronauta Franco Malerba e Joseph Veres, ex manager dell’Agenzia spaziale Americana”.

Semplificando, quello che vogliono fare (anzi: che hanno fatto e vorrebbero brevettare) è sostituire le turbine dei motori con motorini elettrici che svolgano la stessa funzione di aumento della pressione del combustibile, però impiegando meno energia ed essendo più robusti, economici da produrre e soprattutto riutilizzabili. Più sostenibili, insomma: “Si potranno usare con qualsiasi combustibile, dal cherosene all’idrogeno liquido, passando per metano e ossigeno”, ci ha spiegato Bruna mostrandoci un prototipo stampato in 3D.

Sinora, DB Space ha raccolto 100mila euro di finanziamenti, sta per chiudere un altro round “con un importante investitore internazionale” ed è in contatto con ASI ed ESA per la fornitura dei suoi dispositivi: “Entro metà 2023 dovremmo concludere il processo di validazione, raccoglieremo altri fondi, vogliamo assumere 7-8 persone e arrivare sul mercato nel 2025”. Che è più o meno quando l’umanità dovrebbe tornare sulla Luna.

Fonte Italian.Tech

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Ercole Palmeri
#innovazionesostenibilità #sostenibilità #startup
https://bloginnovazione.it/startup-genovesi/24836/

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